In linguistica, un diasistema è un insieme di varietà linguistiche vicine che condividono molte strutture comuni, tanto da poterle descrivere in un grande sistema collettivo di corrispondenze.[1]
Altrimenti detto, un diasistema si compone di idiomi mutualmente comprensibili, sì da poter essere considerati come un unico sistema linguistico nettamente distinto dagli altri: il diasistema è quindi una nozione equivalente a quella della lingua di distanza (in tedesco Abstandsprache).
All'interno di un diasistema, le differenze interne possono attenuarsi nel tempo (per esempio sotto l'effetto di un'unificazione letteraria, culturale o politica) o al contrario accentuarsi, per esempio sotto l'effetto di un isolamento storico o politico, o ancora perché alcune varietà ricevono un'elaborazione separata, che tende a farle percepire come lingue separate dal resto del diasistema: si parla allora di lingua di elaborazione (in tedesco Ausbausprache).
Esempi di diasistemi composti di più lingue di elaborazione:
- il francese e le lingue d'oïl e, tra le altre, il gallo, il piccardo, il normanno, il vallone, il poitevin (diasistema della lingua d'oïl);
- il corso e l'italiano (diasistema italiano);
- il portoghese e il galiziano (diasistema galiziano-portoghese);
- il catalano e l'occitano (diasistema occitano-romanzo);
- il daco-rumeno (rumeno/moldavo) e l'arumeno (diasistema romanzo orientale);
- lo slovacco e il ceco (diasistema cecoslovacco);
- serbo, montenegrino, croato, bosniaco mòlkòl (diasistema slavo centro-meridionale o serbo-croato);
- il macedone e il bulgaro (diasistema slavonico);
- l'albanese, l'arbëresh, l'arvanitica, e l'arbanasi (diasistema albanofono; le ultime tre lingue non sono standardizzate)
- l'olandese e l'afrikaans
- il danese, il norvegese e lo svedese (diasistema scandinavo continentale);
- l'arabo del Maghreb e il maltese (diasistema arabo-maltese);
- l'hindi/urdu e il sindhi (diasistema lingua indostana);
- nelle lingue bantu, sembra esistano anche diversi casi di diasistemi composti di lingue di elaborazione;
- la lingua dari afghana, la lingua persiana in Iran e la lingua tagica in Tagikistan.
In filologia un diasistema è, nell'accezione introdotta da Cesare Segre, il risultato di compromesso tra il sistema del testo (S1) e il sistema del copista (S2): D = S1 + S2. Se la copia così ottenuta viene copiata ancora da un altro copista, che avrà un suo sistema (S3), il risultato sarà: D = (S1 + S2) + S3, e così via. La teoria dei diasistemi è di validità generale nei processi storico-culturali[2][3].
- ^ Diasistema, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ Cesare Segre, cap. 5 - Critica testuale, teoria degli insiemi e diasistema, in Semiotica filologica, Torino, Einaudi, 1979, pp. 53-70, ISBN 88-06-08649-9.
- ^ Paolo Divizia, Testo, microtesto, macrotesto e supertesto: per una filologia dei manoscritti miscellanei, in Fréderic Duval, Lino Leonardi e Richard Trachsler (a cura di), Actes du XXVIIe Congrès international de linguistique et de philologie romanes - Section 13: Philologie textuelle et éditoriale, 15-20 juillet 2013, Nancy, ATILF/SLR, 2017, pp. 105-114, ISBN 979-10-91460-29-3. URL consultato il 2 luglio 2018.